…passarono 7 lunghi anni in cui presi forse una delle decisioni più difficili ma soprattutto più “controtendenza” della mia vita; rinunciare per sempre alla protesi ed affidarmi esclusivamente alle mie stampelle.
Lavorai per anni sul concetto di “normalità”, che prevedeva la persona con due gambe, poco importava se una vera e l’altra finta, nascondendomi dietro ad una barriera che mi stava limitando troppo.
Superare gli sguardi delle persone è stato lo step più difficile ma quando ho iniziato ad ascoltarmi e capire cosa io volevo, è stato come aprire il paracadute e sorridere dall’alto del giudizio delle persone.
Non sentivo più dolore all’inguine, le distanze, prima molto limitate erano oramai un dettaglio, praticare sport e lavorare era molto più semplice ed il mio viso sorrideva sempre di più.