Forse questa continua voglia di misurarmi in cose diverse, nasce proprio da quel oramai lontano periodo, in cui per troppo tempo mi ero limitato a causa del mio incidente, non fisicamente, ma mentalmente.
Con i miei cochee (coloro che si rivolgono a me per essere supportati nei loro traguardi e7o superare difficoltà) spesso parliamo di barriere mentali ma soprattutto di capire con esattezza dove abbiamo in questo determinato momento, la nostra asticella, così da esserne consapevoli e se riteniamo, alzarla.
Sabato ho vissuto un’altra nuova esperienza assieme all’amico Simone Pinzolo e tanti altri amici amputati.
In Valle d’Aosta, in preparazione del “Tor in Gamba”, 330 chilometri con circa 24.000 metri di dislivello, ho partecipato ad una competizione di 14 chilometri con 1.000 metri di dislivello.
Sicuramente la squadra al mio fianco di tutte queste persone con le proprie difficoltà ma sorridenti, ha fatto la differenza e son riuscito a capire molti aspetti su cui dovrò lavorare per quel grande obiettivo di fine agosto.
L’aspetto che mi ha più stupito è stata la capacità di recupero dopo alcune salite impegnative e della bassa frequenza cardiaca nei momenti di massimo sforzo. Tutto merito del lavoro svolto in sella alla mia due ruote per rendere elastico il cuore in cui da quando svolgo sport agonistico, ho sempre creduto.
Ora continua la preparazione, affinando l’aspetto di allenarmi nei diversi orari della giornata, simulando la gara del Tor in Gamba.
Stay tuned