Un incontro speciale quello di questa mattina con gli alunni del’IIS Atestino di Este.
Come ben sapete questo progetto ideato nel 2014, PROGETTO 22, mi ha portato in questi anni in oltre 400 istituti di tutta italia per parlare della mia esperienza, tra difficoltà ed opportunità.
Attraverso un racconto, foto e video, parlo del mio incidente avvenuto a 17 anni.
Racconto l’evento ma soprattutto gli strumenti che ho messo in campo di questi anni per superare la mia barriera fisica.
Tutto questo “un passo alla volta”, permettendomi di raggiungere importanti traguardi.
Anche in questa occasione i ragazzi, oltre 220, si sono dimostrati in tutta la loro intelligenza ed educazione.
Hanno seguito in silenzio per quasi un’ora la conferenza e “confezionando” domande che mi hanno posto poi alla fine.
- Come hai reagito il giorno dopo dell’incidete?
- Quanto è stata fondamentale la tua famiglia negli anni?
- Cosa hai pensato quando hai visto che non avevi la gamba?
- Cosa pensi nei momenti di difficoltà?
- Quando non raggiungi gli obiettivi, come ti senti e come ne esci?
L’incontro grazie ad un dialogo aperto con loro vuole portarli ad una maggior consapevolezza delle straordinarie RISORSE che hanno dentro di loro.
Amore, Forza, Coraggio oltre ad inseguire i loro sogni e scoprire cosa in ogni di loro c’è dentro.
Al momento per questo coronavirus ho l’impossibilità di incontrarli personalmente negli istituti ma c’è comunque questa grande possibilità dei webinar e per ora li si svolge così.
Ringrazio la Dirigente i professori, in particolar modo Valeria e Alfonso che hanno fortemente voluto questo incontro ed ovviamente tutti i ragazzi/e presenti davanti ai loro computer.
Riporto il testo pubblicato dal Professor Alfonso d’Ambrosio a seguito dell’incontro di questa mattina:
“Grazie ad Andrea Devicenzi per una mattinata di grande forza, vision, coraggio.
I nostri studenti dai 9 anni in su hanno partecipato con grande serietà, erano oltre 250 e quante domande hanno fatto!! Una considerazione: I ragazzi stanno crescendo e sono cresciuti tanto da questa esperienza di didattica a distanza.
Ci preoccupiamo se non rispetteranno le distanze quando rientreremo, se saranno responsabili, ma dobbiamo avere più fiducia di loro.
Sono migliori di come immaginiamo.”